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data evento: 13-11-2023

Bologna Città 30, 20.000 bolognesi hanno partecipato al questionario, di cui 10.000 quelli che lo hanno compilato integralmente. Disponibili a cambiare abitudini di mobilità, ma servono infrastrutture e controlli. Ecco le vie in cui chiedono più interventi per la sicurezza stradale: Saragozza, Massarenti e Murri sul “podio”. 

Disposti a cambiare le proprie abitudini di mobilità e l’assetto delle strade della zona in cui abitano per proteggerle da traffico e velocità. Convinti che la Città 30 possa essere utile a ridurre incidenti, morti e feriti sulle strade cittadine, ma timorosi in parte che il progetto possa essere inefficace a causa del mancato rispetto del nuovo limite di velocità e in parte, al contrario, che ci siano troppe multe. Perché Bologna 30 abbia “successo” occorrono infrastrutture adeguate alternative al mezzo privato a motore. E, per migliorare la sicurezza stradale, servono più dossi e controlli. Saragozza, Massarenti e Murri le 3 strade su cui i più chiedono interventi per la sicurezza stradale.

Queste, in estrema sintesi, le indicazioni arrivate dai quasi 20.000 cittadini e cittadine bolognesi che hanno partecipato al questionario lanciato a metà giugno, in occasione della presentazione del progetto Bologna Città 30, dal Comune di Bologna e condotto dalla Fondazione Innovazione Urbana in collaborazione con il ricercatore Matteo Cataldi. Oltre 10.000 quelli che lo hanno compilato integralmente (il questionario era piuttosto approfondito e, con le sue 30 domande, richiedeva circa 20 minuti di tempo per la compilazione completa). Quasi 1.200 persone hanno dato anche la disponibilità a diventare ambasciatrici e ambasciatori della Città 30, sostenendo attivamente il progetto.

Non si tratta evidentemente di un campione rappresentativo né di un sondaggio (anche se sia come distribuzione territoriale per zone che come fasce di età, c’è una sostanziale rappresentatività della popolazione residente a Bologna), bensì di uno strumento di ascolto e orientamento, che rappresenta il miglior risultato finora conosciuto di partecipazione a una consultazione pubblica sulla Città 30. A Londra e a Parigi, per esempio, strumenti simili ottennero rispettivamente circa 2.000 e 5.700 risposte. 

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Chi ha risposto al questionario 

Al questionario hanno risposto donne (46,2%) e uomini (49,8%) in modo tra loro abbastanza equilibrato e persone di ogni età. Sono per la maggior parte persone che abitano a Bologna (82,7%) o che la frequentano ma vivono in altri Comuni della città metropolitana (15,3%). 

Per quanto riguarda la zona di prossimità di residenza in città, la distribuzione geografica dei rispondenti è rappresentativa di quella reale della popolazione residente.

Questo profilo dei e delle rispondenti ha consentito di raccogliere tutti i diversi punti di vista sulla Città 30 in funzione delle differenti età e generi, necessità personali, familiari e lavorative, distanze da percorrere all’interno o verso la città.

Quasi metà della popolazione disposta a modificare abitudini di mobilità e assetto delle strade

La maggior parte delle persone che ha risposto al questionario si sposta in auto, a seguire i mezzi più utilizzati sono: piedi, bici, trasporto pubblico (bus o treno) e moto.

Quasi i tre quarti dei residenti a Bologna si muovono per andare al lavoro restando all’interno della città (tanto che i viaggi in auto, rilevati nel Pums, sono <1 km nel 31% dei casi e <5 km nell’83%). Invece il 60% di chi abita in altri Comuni si sposta per lavoro verso il capoluogo. 

Se in generale in città le strade fossero più sicure e le infrastrutture per la mobilità pedonale, ciclabile e pubblica fossero più estese, quasi l’80% degli intervistati prenderebbe in considerazione almeno una possibilità tra il muoversi di più a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici.

Inoltre, per ottenere una maggior sicurezza stradale e proteggere in specifico la zona in cui abita da traffico e velocità eccessivi, la maggior parte delle persone è disposta a diversi cambiamenti di comportamento e di assetto delle strade: prima di tutto, a fare a piedi o in bici anziché con i mezzi a motori gli spostamenti brevi (7,1 su 10 il punteggio medio). A seguire si è disposti a evitare i picchi di velocità in auto e moto se a una velocità costante ci si mette lo stesso tempo (6,9), ad avere strade con dossi e attraversamenti rialzati per far rispettare i limiti (6,6) e ad avere più piste e corsie ciclabili anche riducendo la larghezza della carreggiata (6,2).

Il piano Città 30

La conoscenza del piano da parte di chi ha risposto al questionario risulta molto alta (9 su 10 dichiarano di conoscerlo): quelle espresse sono quindi opinioni informate.

Gli obiettivi per i quali il piano Bologna Città 30 è ritenuto più utile sono, in ordine di importanza:

  1. ridurre incidenti, morti e feriti sulle strade della città
  2. restituire autonomia a bambini/e, persone anziane e persone con disabilità
  3. rendere lo spazio urbano più vivibile per le persone
  4. far calare il rumore dovuto al traffico
  5. diminuire le emissioni che inquinano e alterano il clima
  6. aumentare la possibilità di spostarsi a piedi e in bicicletta
  7. favorire le relazioni di vicinato e l’accesso agli esercizi di prossimità

Chi abita a Bologna, vivendo le strade della città, ritiene in media più utile il piano rispetto a chi abita fuori, che tende solo a ‘usare’ la viabilità urbana. L’utilità più alta si registra tra donne, famiglie con bambini/e, persone più istruite, over 60, pensionati/e.

I fattori per i quali il piano suscita più preoccupazione sono invece, in ordine di intensità:

  1. essere inefficace a causa del mancato rispetto del nuovo limite di velocità
  2. portare a una maggiore quantità di multe
  3. allungare i tempi di spostamento e creare code nel traffico
  4. penalizzare chi usa l’auto/moto per lavoro
  5. non cambiare nulla perché i problemi della sicurezza stradale sono altri
  6. aumentare l’inquinamento e i consumi di carburante

Per la maggior parte dei rispondenti al questionario il fattore più importante affinché il cambiamento di Città 30 sia compreso, apprezzato e sostenuto è il disporre di infrastrutture adeguate alternative al mezzo privato a motore (51%): trasporti pubblici veloci, ciclabili, pedonalizzazioni. Seguono, molto distaccati e con punteggi simili: sapere che i limiti verranno fatti realmente rispettare, sapere che in altre città questo progetto è stato effettivamente utile e ricevere informazioni tempestive su obiettivi e benefici del progetto e risposte appropriate ai dubbi più ricorrenti.

La sicurezza stradale

I fattori di pericolosità più ricorrenti per chi si muove nelle strade di Bologna sono considerati:

  1. la distrazione alla guida (per il 93% è un po’, abbastanza o molto pericolosa)
  2. le mancate precedenze (88%)
  3. i controlli insufficienti (79%)
  4. il traffico eccessivo (69%)
  5. l’eccessiva velocità (67%)

E’ dunque molto alta la quota di persone, tra 7 e 9 rispondenti su 10, che ritiene che a Bologna ci siano problemi di pericolosità e insicurezza stradale. C’è però uno scarto tra la percezione dei cittadini e delle cittadine che emerge dal questionario e i dati ISTAT sui fattori reali degli incidenti più gravi, secondo cui le tre cause principali degli incidenti mortali sulle strade urbane ricorrono invece in quest’ordine: velocità eccessiva, guida distratta, mancata precedenza sulle strisce pedonali.

La velocità, peraltro, conta sempre, o come causa diretta, o come fattore che comunque aggrava le conseguenze delle altre violazioni: cambiano infatti molto, a seconda della velocità a cui avviene, gli effetti di un impatto tra veicoli o dell’investimento di una persona.

Quali sono gli interventi ritenuti necessari per migliorare la sicurezza stradale? 

Per la maggior parte serve modificare fisicamente l’assetto della strada con dossi, rialzi e rallentatori di velocità (20,2%). Seguono: aumentare i controlli sia elettronici che con la presenza della Polizia locale (17,1%), migliorare ed estendere i percorsi ciclabili (16,7%), migliorare e aumentare spazi e attraversamenti pedonali (13,4%), potenziare la segnaletica (11%), ridurre la quantità di traffico motorizzato e auto in sosta (10,1%), altro (11,5%).

Queste le strade in cui ci sarebbe più bisogno di migliorare la sicurezza stradale secondo chi ha compilato il questionario:

  1. via Saragozza
  2. via Giuseppe Massarenti
  3. via Augusto Murri
  4. via Aurelio Saffi
  5. via Irnerio
  6. via Stalingrado
  7. via Toscana
  8. via Andrea Costa
  9. via Giuseppe Mazzini
  10. via di Corticella
  11. via Zanardi
  12. via Emilia Ponente
  13. via Emilia Levante
  14. via San Donato
  15. viale Lenin
  16. via degli Orti
  17. viale Pietramellara

Si tratta di tutte le principali radiali più urbane, dove ci sono abitazioni, negozi, mercati, scuole, ospedali, case di cura, luoghi di culto, giardini, centri civici, ecc.: qui si concentra una forte domanda di sicurezza perché percepite come strade di vita delle persone e della comunità e non più solo come assi di scorrimento dei veicoli. Le oltre 18.000 segnalazioni sulle strade più pericolose indicate nel questionario saranno utilizzate per decidere le priorità nei controlli e negli interventi fisici di messa in sicurezza.

Lo spazio pubblico 

Quali sono gli interventi di cura dello spazio pubblico ritenuti più necessari? Per la maggior parte occorre ampliare e rendere più riconoscibili e sicuri i percorsi ciclabili (22,7%). Seguono: migliorare l’illuminazione (11,9%), aumentare gli spazi pedonali (piazze scolastiche, marciapiedi più larghi, ecc.: 10,8%), aumentare arredo urbano per le persone (panchine, ecc.: 10,6%), ridurre l’asfalto e aumentare il verde (10,5%), ridurre presenza di auto e moto sulla strada (carreggiata e/o parcheggi: 9,7%), eliminare le barriere architettoniche (7,9%), aumentare vitalità e frequentazione del luogo (7,2%), altro (8,6%).

Nelle oltre 16.000 segnalazioni raccolte nel questionario sulle strade più bisognose di un miglioramento della qualità e del comfort dello spazio pubblico, compaiono ai primi posti tutte le principali radiali urbane, ma anche una serie di strade del centro storico (come ad esempio le vie Indipendenza, Irnerio, San Felice, San Vitale e Strada Maggiore).

Alcune piste di lavoro

Grazie all’ascolto della città tramite il questionario, emergono alcune significative piste di lavoro per il Comune e la Fondazione, tra le quali in particolare:

  1. la comunicazione: appare importante lavorare sullo scarto tra percezione delle persone e realtà dei dati sulla pericolosità della velocità sulle strade urbane, rispetto alla probabilità e alla gravità degli incidenti;
  2. le strade più pericolose: le segnalazioni serviranno a orientare le priorità nei controlli e negli interventi fisici di messa in sicurezza;
  3. lo spazio pubblico: le segnalazioni sui luoghi più bisognosi di maggiore qualità urbana saranno utili per orientare il lavoro di prossimità sullo spazio pubblico nei quartieri.

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