TORINO. In Italia c’è un altro grave problema che sta emergendo come effetto delle restrizioni imposte per contenere il coronavirus. Riguarda le donne. Non tutte, ma le più vulnerabili e in difficoltà. È stato chiesto ai cittadini di rimanere in casa per far fronte all’emergenza, ma le mura domestiche non rappresentano per tutti un luogo sicuro. Così, le vittime di abusi, in questo momento rischiano due volte: il contagio e la violenza maschile. Fa riflettere la scia di sangue che ha segnato il 2019: nel nostro Paese l’81,2 per cento dei femminicidi è avvenuto all’interno della famiglia.

I centri antiviolenza italiani e le femministe Non una di meno stanno ripetutamente lanciando appelli rivolti a chi si trova in situazioni di pericolo: «Chiedete aiuto», ricordando che si può chiamare gratuitamente il numero 1522, servizio pubblico della Presidenze del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità, attivo 24 ore su 24, oppure in chat, se non vogliono essere scoperte.

I dati del Telefono Rosa
Dai dati del Telefono Rosa emerge infatti che le telefonate, rispetto a quelle dello stesso periodo dell'anno scorso, nelle prime due settimane di marzo sono diminuite del 55,1%: da 1.104 sono passate a 496, di queste le vittime di violenza che hanno chiamato il telefono dedicato sono state 101 con una diminuzione del 47,7%. Sono praticamente crollate le telefonate di vittime di stalking: l'anno scorso erano state 33, quest'anno soltanto 7 registrando una diminuzione del 78,8%.

La campagna informativa sui social
Una campagna informativa sui social è stata lanciata dalla ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti: «La porta per uscire dalla violenza è sempre aperta come è sempre attivo il numero antiviolenza 1522». Nessuna chiusura anche per i centri antiviolenza e le case rifugio. Una campagna a cui hanno aderito immediatamente molti artisti: Fiorella Mannoia, Paola Turci, Ornella Vanoni, Giuliano Sangiorgi, Francesca Michielin, Ermal Meta sono solo alcuni dei nomi, ma ce ne sono tanti altri. Un modo «per amplificare - ha spiegato - il nostro messaggio per dire “Noi ci siamo, chiamate il 1522”». E sui centri antiviolenza Bonetti ha annunciato lo sblocco dei fondi del 2019, 30 milioni non ancora stanziati per ritardi attribuibili alle Regioni.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) È accaduto nel Brindisino, dopo un litigio per futili motivi. La donna aveva 51 anni]]

Il provvedimento per i nuovi alloggi
La ministra Bonetti insieme alla collega dell’Interno Luciana Lamorgese sta studiando per i centri antiviolenza un provvedimento per ampliare il numero degli alloggi. Richiesta sollecitata da D.i.Re - Donne in rete contro la violenza che la considerano la «misura più urgente che abbiamo chiesto, insieme ai presidi per consentire di lavorare senza ammalarsi». D.i.Re fa eco ai numeri dichiarati dal Telefono Rosa, sottolineando il calo delle richieste d'aiuto. «Una donna in emergenza inviata dal pronto soccorso è l’ultimo caso - raccontano -. Dato che non avevamo ricevuto alcuna indicazione né dal Pronto soccorso né da nessun'altra istituzione sulle procedure da seguire durante l'emergenza sanitaria, autonomamente abbiamo inserito la donna con minore in un appartamento trovato nei siti di case vacanze in cui la donna può stare isolata e in sicurezza fino a quando l'emergenza sanitaria sarà rientrata. Le operatrici mantengono un contatto costante e provvedono a tutte le necessità della donna».

L’imposizione dell’isolamento può amplificare il rischio a cui le donne più fragili sono esposte, trovandosi a dover condividere per tutto il giorno gli spazi familiari con il proprio aggressore. L’allarme è stato lanciato anche dal procuratore aggiunto di Milano Maria Letizia Mannella: «C’è stato un calo nelle denunce per maltrattamenti. È ancora presto per avere dei dati certi, ma possiamo dire che le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine».

Per superare la paura per non subire le donne devono ricordarsi che non sono sole e che l’ancora di salvezza può essere solo denunciare e chiedere aiuto, senza alcuna vergogna.

I numeri da chiamare per chiedere aiuto sono:
1522 Help Line violenza e stalking; 112 i Carabinieri; 113 la Polizia

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