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È stato pubblicato ed è integralmente disponibile online il volume Design for People’s Autonomy. Rights to Independent Living a cura di Valentina Gianfrate, Francesc Aragall e Micaela Antonucci. Al suo interno, un contributo sul tema dell'accessibilità al patrimonio culturale a partire dalla nostra esperienza di U-Lab

Negli ultimi anni il tema dell'autonomia delle persone è stato al centro di diversi campi di ricerca e sperimentazione, a partire dal rapporto tra autonomia personale e benessere, la capacità di prendere decisioni liberamente, l'affermazione del proprio diritto di scelta, lo sviluppo dell'autodeterminazione, ma allo stesso tempo "l'autonomia" può essere interpretata come un risultato complesso delle relazioni umane, rafforzando l'interazione e le opportunità.

Quest'ultimo aspetto è particolarmente significativo per le persone con disabilità, perché influenza il loro coinvolgimento attivo nella vita della comunità in cui vivono e la loro capacità di condurre una vita indipendente. Il concetto di vita indipendente è stato introdotto nell'articolo 19 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) ed è quindi strettamente connesso ai diritti dei cittadini delle persone disabili. La Banca Mondiale (BM) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano che un miliardo di persone disabili nel mondo devono affrontare delle barriere a una piena inclusione in molti settori, come la mobilità, il lavoro, l'istruzione, o semplicemente nell'essere coinvolti socialmente o politicamente nella loro vita quotidiana. Tuttavia, il diritto a partecipare attivamente alla vita pubblica e a ridurre le disparità sono elementi fondamentali di una democrazia stabile. L'accessibilità è intesa come empowerment, ovvero come consapevolezza individuale e collettiva del diritto di accedere a beni o servizi all'interno della propria comunità.

Il volume curato da Valentina Gianfrate, Francesc Aragall e Micaela Antonucci, grazie al coinvolgimento di numerosi esperti e studiosi, affronta questa complessa tematica da molteplici punti di vista e ospita, tra gli altri, anche un contributo a cura di Valeria Barbi, Giovanni Ginocchini e Chiara Sponza della Fondazione per l'Innovazione Urbana dal titolo Co-Designing the Accessibility: from Participatory Mapping to New Inclusive Itineraries Through the Cultural Heritage of Bologna.

Partendo dal processo di coinvolgimento degli stakeholder locali per rigenerare la zona universitaria promuovendo il suo patrimonio culturale e gli spazi pubblici, questo articolo analizza come Bologna abbia puntato proprio sull'accessibilità per raggiungere questo obiettivo. Attraverso U-Lab, sviluppato nell'ambito del progetto europeo ROCK, si sta infatti lavorando per rimuovere ogni barriera fisica, sensoriale e culturale che possa impedire o scoraggiare l'accesso all'area. Nel fare ciò, tutte le istituzioni e gli attori coinvolti si sono affidati al metodo del co-design per creare un servizio con l'obiettivo di rendere la zona universitaria un Distretto Culturale universalmente accessibile.

Per approfondire e scaricare i materiali è possibile consultare questo link: 
https://cpcl.unibo.it/issue/view/960

cover issue 960 en US

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