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IL CONTESTO

Piazza Gioacchino Rossini occupa l’area dell’antico sagrato, che fu anche cimitero, della chiesa di San Giacomo Maggiore. La piazza era originariamente contornata da fittoni per impedire il traffico di carrozze e la documentazione storica rivela che la piazza ospitava in origine una porzione destinata a verde. 

Dopo il trasferimento del cimitero alla Certosa agli inizi dell’ottocento, l’area fu espropriata e aperta al traffico con il nome di Piazza San Giacomo. Fu dedicata a Gioacchino Rossini nel 1868, anno della morte del musicista pesarese.
La piazza è passata dall’ospitare cerimonie religiose, ad accogliere il congresso internazionale di architettura sacra (1955), fino a divenire teatro delle contestazioni studentesche degli anni ‘70.

Sulla piazza si affacciano, oltre alla Basilica di San Giacomo Maggiore fondata nel 1267, il Conservatorio G. B. Martini e sul lato opposto il cinquecentesco Palazzo Malvezzi De' Medici, dove ha sede la Città metropolitana di Bologna. Sulla parte sud della piazza, lungo via Zamboni, si trovano Palazzo Magnani, che al suo interno conserva notevoli affreschi, la Quadreria e la Palazzina Lambertini, casa natale di Papa Benedetto XIV.

Nonostante il valore storico e iconico, la piazza era stata finora adibita a parcheggio per automobili, pertanto non rappresentava un luogo di sosta e socializzazione. I pedoni potevano percorrerla ai margini, in uno spazio condiviso con le auto. Inoltre la presenza delle auto al centro della piazza interferiva con la visuale dell’importante patrimonio architettonico di valore storico e artistico che vi si affaccia. 

A seguito di un percorso di sperimentazione, nel 2019 il Comune di Bologna ha stabilito la pedonalizzazione della piazza. 

IL PERCORSO

Il percorso di trasformazione di Piazza Rossini nasce da una serie di azioni sperimentali e dimostrative sul patrimonio culturale di via Zamboni previste dal progetto europeo ROCK, progetto europeo H2020 di ricerca-azione. Il progetto ne monitora gli esiti, grazie a un sistema di sensori di rilevamento di flussi, parametri ambientali e variazioni percettive nell’uso degli spazi. 

Il focus su Piazza Rossini è stato fatto durante il Laboratorio U-Lab 2018 condotto dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana. Dalle oltre 250 persone che hanno partecipato al percorso di coinvolgimento, è emerso il bisogno di restituire alla piazza una dimensione di socialità, valorizzando la collaborazione degli attori del territorio.

La prima azione è stata la sperimentazione di un prato temporaneo a settembre 2019 durante la manifestazione “Le Cinque Piazze”, nell’ambito della Bologna Design Week e La notte dei ricercatori, a cura della Fondazione per l’Innovazione Urbana e dell’Università di Bologna - Dipartimento di Architettura.

L’idea di un prato temporaneo al posto del parcheggio, realizzata in quella occasione in autocostruzione, è nata durante il laboratorio di co-progettazione con gli studenti universitari (coordinato da Fondazione per l’Innovazione Urbana e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Rusconi) e ispirata da una suggestione avuta consultando materiale storico di archivio in cui è ben visibile una porzione dell’antico sagrato destinata a prato.

L’obiettivo è stato di testare (in maniera inaspettata per i fruitori) nuovi usi di uno spazio pubblico, allora negato, nel cuore della zona universitaria.

Dopo il positivo riscontro di questa esperienza, il Comune di Bologna ha deciso di pedonalizzare definitivamente la piazza, in linea con la direzione già indicata dal Piano Urbanistico per la Mobilità Sostenibile che si pone, tra i suoi obiettivi, di aumentare la pedonalità soprattutto nella aree di notevole pregio architettonico.

IL PROGETTO

L'attuale allestimento si inserisce nel percorso di avvicinamento alla pedonalizzazione della piazza. Sarà quindi anch’esso temporaneo e la sperimentazione durerà circa un anno, in attesa della definizione dell’assetto finale. 

Esso ripropone un prato di oltre 300 metri quadrati rialzato da terra di 15 centimetri: questo spazio contiene il terriccio e l’impianto di irrigazione necessari a garantire la conservazione della vegetazione. Un bordo in legno delimita l’area che è resa accessibile a tutti attraverso una rampa dal lato di Palazzo Malvezzi. 

La piazza ospita inoltre un sistema di fioriere in legno con piante arbustive, aromatiche, erbacee perenni e graminacee disposte parallelamente a via Zamboni. Le piante hanno sia una funzione estetica che di conservazione e sviluppo di biodiversità in ambito urbano, con una funzione ecologica, sociale, ricreativa e didattica. 

Le fioriere fungono anche da supporti per messaggi che invitano alla cura dello spazio e informano sulla transitorietà dell’installazione.

Nell’area sono inoltre posizionati due elementi illuminanti a forma di grande fiore rosso, i Maxxi Poppy di Viabizzuno, partner del progetto ROCK. 

Il progetto è finanziato dal programma per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea attraverso il progetto ROCK (Regeneration and Optimization of Cultural heritage in Knowledge and creative cities), coordinato dal Comune di Bologna. Partner e finanziatore di parte del progetto è inoltre Fondazione Unipolis

Per saperne di pù  
> Leggi l'approfondimento  a cura dell'Università di Bologna
Read more (by University of Bologna - english version)

piazza rossini progetto completato

 

 

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