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All’interno del progetto R-innovare la città - Osservatorio sull’emergenza Coronavirus, la Fondazione per l’Innovazione Urbana ha realizzato un’indagine per delineare e comprendere impatti, bisogni, priorità e suggerimenti da associazioni e reti civiche sia locali che nazionali che si sono attivate durante l’emergenza COVID-19.

In stretta collaborazione con gli Uffici Rete dei Quartieri e l’Ufficio Cittadinanza Attiva del Comune di Bologna, la Fondazione per l’Innovazione Urbana ha condotto la prima parte dell’indagine tra i mesi di maggio e giugno 2020, nel momento immediatamente successivo al lockdown e alle fasi più critiche dell’emergenza sanitaria. Attraverso interviste qualitative, realizzate al telefono o tramite videochiamata, abbiamo contattato 280 rappresentanti di associazioni e comunità attive sul territorio bolognese.
ll report dell’indagine, senza pretese di esaustività, rappresenta quindi una prima fotografia dello stato delle comunità e reti attive a Bologna impegnate nella lenta e graduale ripartenza delle attività.
L’obiettivo dell’indagine è fornire strumenti per analizzare come le varie realtà abbiano fronteggiato le criticità e le complessità del periodo più acuto di emergenza e quali prospettive, richieste, capacità stanno emergendo, con coraggio e impegno. 

A tre mesi dalla prima rilevazione, la Fondazione per l’Innovazione Urbana, in collaborazione con Actionaid e Legambiente, ha ripreso le fila di quanto emerso nel corso della prima parte dell’indagine per approfondire ulteriormente gli effetti che l’emergenza pandemica sta avendo anche nella fase successiva.
Con interviste a 23 realtà attive a Bologna, selezionate per il loro particolare impegno emerso durante la prima indagine, e 13 a livello nazionale, la seconda parte dell’indagine intende offrire una fotografia più mirata ampliando lo sguardo al piano nazionale.

In un contesto in continuo mutamento, consideriamo infatti fondamentale riflettere sugli scenari futuri e sui nuovi ritmi dell’emergenza mettendo in evidenza ciò che hanno messo in campo comunità più o meno strutturate, come reti informali o terzo settore, nella consapevolezza che le reti civiche siano da considerare un perno centrale non solo della vita socio-mutualistica del Paese, ma anche in relazione agli scenari di ripresa.

Le indagini fanno emergere alcuni temi particolarmente urgenti - dall’organizzazione e coordinamento delle varie reti alla sostenibilità economica, dall’ingaggio dei volontari al rapporto con le istituzioni - e si riscontrano molte differenze tra le varie realtà territoriali ma anche tratti e bisogni comuni e trasversali.
In particolare, emerge come tema centrale quello delle prospettive per il futuro e i possibili ambiti di intervento: le reti attivate hanno dato segnali di virtuosismo civico con altissimi impatti sociali ma come possono essere determinanti per il futuro? Occorre quindi confrontarsi per trovare le modalità più efficaci: reti e contesti diversi implicano necessità di strutturarsi e relazionarsi in modalità costruite a partire dal territorio.

Entrambe le indagini vengono presentate durante l’incontro "Il ruolo delle reti civiche e di mutuo aiuto nella gestione dell’emergenza" che abbiamo organizzato nell’ambito del Festival della Partecipazione come occasione per avviare un percorso di ascolto attivo, confronto e  scambio di esperienze tra comunità e rappresentanti di progetti locali e nazionali. 

Scarica e leggi i report delle indagini:

Mutualismo al tempo del COVID-19 prima parte
Mutualismo al tempo del COVID-19 seconda parte

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